La prima Qabbal cristiana  nella Cappella Sassetti a Firenze

Anno/Year
126 pagine/pages
40 illustrazioni/illustrations.
15x21 cm.
ISBN 9788833841625
€18.50




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Mario Gesù Fantacci

La prima Qabbalà cristiana nella Cappella Sassetti a Firenze
Le corrispondenze di Giovanni Pico della Mirandola

Prefazione di Fabrizio Lelli

La ricerca è una riflessione iconologica sul celebre ciclo di affreschi di Domenico Ghirlandaio nella basilica di Santa Trinita che evidenzia la corrispondenza della strutturazione del complesso artistico con lo schema sefirotico-cabbalistico dell’Albero della Vita.
Tale analisi si propone come filtro diagnostico atto a far intra-vedere, in modo inedito, la partecipazione al programma iconografico (insieme a Poliziano, Fonzio e Ficino) del conte Giovanni Pico della Mirandola, il quale potrebbe essere giunto alla formulazione della prima Qabbalà cristiana nella cappella Sassetti (1485) anteriormente alle sue Conclusiones (1486), come universalmente riconosciuto.

Il riflesso cabbalistico pichiano della cappella Sassetti emerge da analisi e considerazioni di ordine:
– cronologico, mettendo a fuoco – attraverso le fonti – una possibile prima formazione di Pico in materia di Qabbalà antecedente alla realizzazione del ciclo di affreschi;
– filosofico, dalle quali è possibile correlare alcune delle Conclusiones cabbalistiche del conte con le scelte iconografiche della cappella gentilizia;
– storico-politico, riconoscendo la dottrina dell’enfant prodige di Mirandola e la sua azione progettuale nella cappella gentilizia all’interno del più ampio programma politico del Magnifico;
– iconografico, in relazione allo schema cabbalistico-sefirotico soggiacente al ciclo di affreschi, ma anche alla luce dell’affresco del Miracolo del Santissimo Sacramento di Cosimo Rosselli nella chiesa di Sant’Ambrogio, attraverso il quale si giunge all’inedita identificazione del mirandolano nella cappella Sassetti.

Dalle conclusioni dell’indagine si apre il varco per un nuovo punto di partenza: la ricerca ricomincia e si orienta verso le ragioni del culto dell’immaginario simbolico mediceo.






Mario Gesù Fantacci. Dopo la laurea in Economia Ambientale presso l’Università Goodwin di Siena con una brillante tesi sulla possibile autosufficienza energetica dell’isola di Pantelleria (2003) Mario Gesù Fantacci si occupa di energie rinnovabili, prima, attraverso la progettazione di sistemi energetici sostenibili (che però rimangono sulla carta) poi, diventando egli stesso pedalatore della prima “banda risciò” fiorentina. Formato come attore attraverso il metodo mimico di Orazio Costa e abilitato alla professione di guida turistica, attività che svolge nella sua città insieme a quella di cantore della Divina commedia, viene impegnato nel 2013 nello studio di un percorso turistico sulle “orme” di Dan Brown per rivivere i luoghi del romanzo Inferno ambientato a Firenze. La sua ricerca tuttavia va oltre, la progettazione del tour diventa occasione per scoprire, al di là del romanzo, tecniche manipolative sinistre celate dietro un apparente avventura: nel 2017 il suo saggio Inferno o son desto? riceve la menzione al merito al premio letterario Salvatore Quasimodo. Combinando le ottiche di indagine di Aby Warburg e Gregory Bateson, entrambe accomunate da una complessa trasversalità, l’autore si rende conto che la risultante sintesi può essere d’aiuto per comprendere le ragioni che stanno dietro a un ciclo di affreschi come quello realizzato nella cappella Sassetti.