Anno/Year 2020
454 pagine/pages
160x24 cm.
ISBN 9788833840833
€32.00
Condividi la scheda di questo libro Tweet
Altre pubblicazioni di Camilla Froio
A Quality of Jewishness. Ebraismo e modernismo nella critica di Clement Greenberg
Camilla Froio
Verso un Laocoonte modernista. Temi, immagini e contesti del Laocoonte di Clement Greenberg
Sconfinamenti
Saggi di Storia dell'arte
Direttore della collana:
Alessandro Nigro (Università di Firenze)
Comitato scientifico
Joana Brites (Universidade de Coimbra)
Marcello Ciccuto (Università di Pisa)
Fabrizio Desideri (Università di Firenze)
Fabrice Flahutez (Université Lyon-Saint-Étienne)
Rossella Froissart (École Pratique des Hautes Étues - Paris)
Marianne Jakobi (Université Clermont Auvergne)
Christian Joschke (École nationale supérieure des Beaux-Arts de Paris)
Michela Landi (Università di Firenze)
Emanuele Lugli (Stanford University)
Alessandro Rossi (Università San Raffaele, Milano)
Angela Sanna (Accademia di Belle Arti di Brera, Milano)
La collana Sconfinamenti, fondata nel 2018, nasce dalla consapevolezza che il superamento dei confini disciplinari sia di essenziale importanza per una storia dell'arte modernamente intesa e che non abbia paura di mettere in discussione la propria identità: sconfinare, quindi, per raggiungere risultati nuovi, per indagare aspetti altrimenti destinati a rimanere nell'ombra, per arrivare a una conoscenza più vasta e approfondita senza rinunciare al rigore scientifico e alla specificità storico-artistica.
In questa prospettiva, la collana Sconfinamenti propone saggi critici di studiosi che si distinguano per un approccio metodologico originale e innovativo e/o per un taglio dichiaratamente interdisciplinare, senza limitazioni cronologiche o geografiche.
Il logo della collana Sconfinamenti è tratto da un'incisione di Jacopo de' Barbari raffigurante Pegaso: un cavallo alato che supera ostacoli e confini, un simbolo di irrequietezza e libertà.
Sconfinamenti interagisce con il laboratorio “Gradiva – Centro di studi e ricerche sul surrealismo e sul modernismo” del Dipartimento di eccellenza SAGAS (Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo) dell'Università di Firenze.
I saggi pubblicati nella collana sono sottoposti alla procedura di double blind peer review.
Con il saggio Verso un più nuovo Laocoonte, apparso nel 1940 sulle pagine della «Partisan Review», Clement Greenberg pone le basi di un discorso critico che troverà nel formalismo la sua chiave di volta. Benché molto nota, soprattutto per il suo valore fondativo di un’estetica modernista, l’opera non ha tuttavia ricevuto l’attenzione che meritava ed è stata per lo più considerata come un momento di transizione nel percorso teorico del critico statunitense. Attraverso il confronto con la ricca corrispondenza con Harold Lazarus e l’analisi del fondo documentario dell’archivio Greenberg, il presente saggio ne ripropone un’attenta rilettura che parte da una ricostruzione complessiva dei fondamentali anni di formazione del giovane critico: dall’esperienza politica maturata a contatto con gli ambienti intellettuali del Greenwich Village, al nascente interesse per la pittura astratta, fino alla svolta che lo avvicina al trockismo della redazione della «Partisan Review». Grazie ad un approccio che accosta il rigore della filologia alle risorse metodologiche della critica genetica, il laboratorio del pensiero greenberghiano appare qui in tutta la sua complessità, emergendo come uno dei più originali e controversi del suo secolo.
Mentre Clement Greenberg elaborava il saggio Verso un più nuovo Laocoonte, il conflitto in Europa si era ormai trasformato in dura realtà: l’invasione della Polonia e l’occupazione della Francia costituiscono di fatto il tragico contesto che fa da sfondo alla prima stesura dell’opera. Non sorprende quindi che in questo momento di crisi Greenberg sia sensibile ai dibattiti ideologici dell’epoca e rifletta sulla dimensione politica delle arti: nasce così il suo Laocoonte, memore del classico lessinghiano ma riletto per la «Partisan Review» in chiave marxista. La trama articolata delle influenze storico-culturali dà vita a un’opera ispirata dalla volontà di comprendere la problematicità e ineluttabilità degli eventi nel momento stesso in cui si compiono. La minuziosa ricostruzione del complesso cantiere dell’impresa greenberghiana fa scaturire l’immagine di un giovane intellettuale intento a sviscerare le questioni morali e politiche che sottendono la nascita delle avanguardie e dell’astrattismo. Il progetto di Greenberg, vero e proprio palinsesto di cui si ricostruiscono analiticamente le varie fasi, si esprime in modo esemplare già in una bozza preparatoria di quello che diverrà poi il suo Laocoonte: i fogli inediti condensano ambizioni e dubbi del suo autore, ancora acerbo e insicuro, ma già dotato di quella vivacità intellettuale che lo porterà a distinguersi come uno dei critici più noti e problematici del suo tempo.
Camilla Froio ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell’arte presso le Università di Firenze, Pisa e Siena nel 2020. La critica d’arte e le questioni teoriche sono al centro dei suoi interessi di ricerca: ha approfondito in particolare la figura di Clement Greenberg, cui ha dedicato anche un’altra monografia incentrata sul rapporto tra ebraismo e modernismo nella sua riflessione critica, pubblicata in questa stessa collana (2018). Per portare a termine il presente saggio si è avvalsa di una borsa di studio del Getty Research Institute di Los Angeles, che le ha permesso di lavorare a lungo sui fondi documentari del critico statunitense ivi conservati. Tra le sue altre pubblicazioni, si ricorda anche il contributo La cultura nord-americana e il Laokoon di G.E. Lessing: premesse di una fortunata ricezione critica (1840-1874), in corso di stampa sulla rivista «Studi di Memofonte». Attualmente si dedica a una ricerca su Hans Hofmann, di cui sta analizzando la teoria estetica e la metodologia didattica sulla base di fondi documentari custoditi presso lo Smithsonian di Washington.