Limone. Giallo agrodolce e orientale

Anno/Year 2025
88 pagine/pages
42 illustrazioni/illustrations.
15x21 cm.
ISBN 9788833842288
€16.80





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Gian Luigi Corinto

Limone. Giallo, agrodolce e orientale

Limone. Giallo, agrodolce e orientale deriva da un’indagine specifica sulla cultura del limone, ma è anche il frutto di ricerche teoriche ed empiriche svolte nell’arco di molti anni sul rapporto tra sensi umani e natura, la cui essenza appare meno ineffabile seguendo l’approccio interdisciplinare che unisce geografia culturale e antropologia.

Dalle rappresentazioni del mondo pagano, il limone è transitato nella tradizione cristiana come simbolo di fedeltà, associato come pianta e frutto all’immagine della Vergine Maria, per il profumo, l’aspetto gradevole, le proprietà antiveleno e curative, quindi come emblema di salvezza e illuminazione celeste. Messo nelle mani del Bambino in braccio alla Madonna, il limone può anche ricordare la necessità di salvasi dal peccato originale, commesso nel Paradiso terrestre da Adamo ed Eva, che cedettero alle lusinghe di Satana. Il limone simboleggia la bontà dell’aspro, l’ineluttabilità del peccato originale e la redenzione dell’umanità tramite l’illuminazione divina e l’intercessione di Maria. L’origine geografica della specie è incerta e localizzata dalla maggior parte degli studiosi nel Nordest dell’India, in Cina o in Birmania. Il limone è stato diffuso in tutto il mondo dai commerci tra aree geografiche diverse, introdotto nell’area mediterranea intorno al primo secolo d.C., per opera soprattutto di mercanti arabi, apprezzato e coltivato largamente dai Romani per le proprietà medicinali. Prima di espandersi nelle terre di nuova scoperta, trasportato da esploratori e colonizzatori, il limone ha trovato una sua prima area di elezione nella regione del Mediterraneo. Qui, il limone è diventato un vero protagonista del paesaggio agrario e della cucina, molto spesso come l’insostituibile ingrediente che aggiunge sapore e aroma ai piatti di carne o di pesce. I popoli mediterranei lo impiegano da sempre in preparazioni culinarie sia dolci che salate e ne esaltano il carattere ristorativo con la limonata, la più tipica delle bevande rinfrescanti.






Gian Luigi Corinto. Geografo, nato nel 1953 a Gambassi Terme, vive a Firenze e insegna Geografia del territorio e dell’ambiente nell’Università di Macerata. Attualmente si occupa di due temi di ricerca: la pratica artistica come metodo di educazione alla responsabilità ambientale e la narrazione mitologica del limite imposto dagli dei all’agire tracotante dell’umanità verso la natura e il mondo. È socio dell’AGeI, Associazione dei Geografi Italiani, all’interno della quale partecipa ai gruppi nazionali di ricerca su “Media e Geografia” e “Una rete ecomuseale per la valorizzazione delle identità locali” del quale è vice-coordinatore. È autore di oltre centocinquanta pubblicazioni scientifiche edite su riviste e libri nazionali ed esteri, tra le ultime: Opera lirica e spazio: aveva ragione John Cage? in Configurazionie e Trasfigurazioni, Discorsi sul Paesaggio Mediato, a cura di G. Messina, L. D’Agostino, Nuova Trauben edizioni, 2021; Nessun dorma! Lo spazio sonoro del Festival Pucciniano di Torre del Lago, in Turismo musicale: storia, geografia, didattica, a cura di R. Cafiero, G. Lucarno. R.G. Rizzo, G. Onorato, Pàtron editore, 2020; La Belle Époque di Montecatini Terme e la sua eredità artistico-architettonica, in Geotema, 60, 2019; (in collaborazione) Viticulture and Landscape in the Italian Northwestern Alpine Region, in Geography Notebooks, 2, 2019. È editor della rivista International Journal of Anthropology, Angelo Pontecorboli Editore, con il quale ha pubblicato nel 2020 i libri Pinocchio Fiorentino, L’Etna di Pier Paolo Pasolini, Le Jardin, c’est moi! Luigi XIV, Apollo e il giardino di Versailles e, nel 2019, Dioniso il dio straniero. È stato direttore responsabile di Rivista d’Arte e di Over (oltre/verso), Atena edizioni, Pietrasanta.