Anno/Year 2021
134 pagine/pages
58 illustrazioni/illustrations.
15x21 cm.
ISBN 9788833841168
€18.60
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Lo sguardo della Medusa
La vista è il più nobile dei sensi, quello che permette di costituire la realtà del mondo nella mente umana. Nell’Olimpo dei Greci, la visione è una prerogativa divina di Atena, che ha occhi chiari e scintillanti, con i quali domina i campi di battaglia. Lo sguardo più spaventoso dell’antichità era quello della Medusa, capace di pietrificare chi osava guardarla in faccia. Con l’aiuto soprannaturale di Atena, Perseo evitò di farlo, usando uno specchio per vedere dove indirizzare la spada per tagliare la gola all’unica bella e mortale delle tre Gorgoni e donare la testa di Medusa alla dea protettrice.
L’uso degli occhi ha i caratteri del sacro e del potere perché consente il dominio del mondo, l’individuazione delle distanze, dello spazio, delle identità, delle differenze tra uomo e donna. Guardare è potere, usare lo sguardo è potere. Con gli occhi si vede e si costituisce il mondo, i singoli particolari e l’intera conoscenza umana. Gli occhi vigilano e controllano lo spazio circostante, ne determinano i confini che spariscono quando la vista è a perdita d’occhio. L’occhio vede il mondo esterno, lo guarda e lo trasforma in paesaggio, ma è anche l’unico strumento per vedere il mondo interno a se stessi, per entrare in contatto con la propria anima. Per onorare il potere divino della vista, gli antichi vedevano occhi dal potere magico non solo in cielo ma li disponevano anche in terra su edifici e manufatti di ogni tipo, utili in pace e in guerra. Il mito di Medusa dà sostanza filosofica, psicologica e geografica alle relazioni umane originate dal potere della vista. Perseo che ha distolto lo sguardo dagli occhi del mostro e l’ha guardato nel riflesso di una superficie lucida ne ha rubato il potere e l’ha restituito ad Atena, androgina protettrice dell’epica avventura.
Gian Luigi Corinto. Geografo, nato nel 1953 a Gambassi Terme, vive a Firenze e insegna Geografia del territorio e dell’ambiente nell’Università di Macerata. Attualmente si occupa di due temi di ricerca: la pratica artistica come metodo di educazione alla responsabilità ambientale e la narrazione mitologica del limite imposto dagli dei all’agire tracotante dell’umanità verso la natura e il mondo. È socio dell’AGeI, Associazione dei Geografi Italiani, all’interno della quale partecipa ai gruppi nazionali di ricerca su “Media e Geografia” e “Una rete ecomuseale per la valorizzazione delle identità locali” del quale è vice-coordinatore. È autore di oltre centocinquanta pubblicazioni scientifiche edite su riviste e libri nazionali ed esteri, tra le ultime: Opera lirica e spazio: aveva ragione John Cage? in Configurazionie e Trasfigurazioni, Discorsi sul Paesaggio Mediato, a cura di G. Messina, L. D’Agostino, Nuova Trauben edizioni, 2021; Nessun dorma! Lo spazio sonoro del Festival Pucciniano di Torre del Lago, in Turismo musicale: storia, geografia, didattica, a cura di R. Cafiero, G. Lucarno. R.G. Rizzo, G. Onorato, Pàtron editore, 2020; La Belle Époque di Montecatini Terme e la sua eredità artistico-architettonica, in Geotema, 60, 2019; (in collaborazione) Viticulture and Landscape in the Italian Northwestern Alpine Region, in Geography Notebooks, 2, 2019. È editor della rivista International Journal of Anthropology, Angelo Pontecorboli Editore, con il quale ha pubblicato nel 2020 i libri Pinocchio Fiorentino, L’Etna di Pier Paolo Pasolini, Le Jardin, c’est moi! Luigi XIV, Apollo e il giardino di Versailles e, nel 2019, Dioniso il dio straniero. È stato direttore responsabile di Rivista d’Arte e di Over (oltre/verso), Atena edizioni, Pietrasanta.