Anno/Year 2006
116 pagine/pages
illustrato/illustrated
22x22 cm.
ISBN 978 88 88461 23 x
€19.70
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Il percorso dell'architettura dall'ordine aristocratico di Vitruvio alla verità della forma di Michelucci
Non potevo dimenticarmi di Michelucci. Per lui il bello è verità e la verità è da cercare con l’anima, nell’anima. Nessuna concessione alla forma come gusto, come moda, come tendenza, come mezzo per allinearsi e restare nel branco, come modo di interpretare l’attualità.
Per lui progettare era ogni volta un’avventura che si svolgeva insieme alla ricerca dell’ordine giusto per risolvere un problema pratico. Né terminava lì: era l’inizio di una discesa nella profondità dell’oggetto in gestazione prima di portarlo alla luce.
Non posso nascondere il fascino del personaggio Michelucci, non facile nei rapporti personali, ma gradevole ed eccitante nei rapporti con gli studenti.
Di lui mi ha affascinato la fecondità delle idee, la facilità con cui riusciva a trasformare l’immagine ch’era possibile farsi di un oggetto, quel vederci dentro qualcosa che poteva essere l’inizio di una nuova avventura o di una scoperta. Per noi studenti un oggetto era una ben determinata cosa, per lui ne potevano essere mille.
Eppure, in quella insospettabile varietà di immagini costruite con tanta facilità, non c’era nulla di gratuito. Egli traeva la sua ispirazione dalla vita, e alla vita si affidava per le sue verifiche. Nulla che alla vita fosse estraneo riusciva a occupare la sua mente.
Su Michelucci architetto e docente ha prevalso il desiderio di una testimonianza viva dello spirito con cui ha operato da uomo innamorato del suo mestiere e tormentato dal costante timore di non averlo esercitato nel migliore dei modi. Tentare di illustrare le sue idee di architetto e di uomo, è stato un faticoso tornare indietro nel tempo, rinverdire ricordi che si stavano spegnendo, ma che avevano lasciato un profondo solco nel mio modo di vedere il mondo, l’architettura e la città.
Delfo Del Bino, architetto fiorentino nato nel 1923. Dal 1989 ha lasciato la facoltà di architettura ove reggeva la cattedra di Igiene Ambientale. Da allora si è dedicato principalmente alla libera professione, senza abbandonare del tutto gli studi ambientali e interessandosi assiduamente ai problemi dell’urbanistica e dell’architettura. Si è prevalentemente dedicato alla progettazione e alla realizzazione di edifici per la residenza e per le attività produttive, questi ultimi legati al commercio e alle funzioni direzionali. Si è anche impegnato nella realizzazione di due ospedali e, con alterne vicende, in alcune progettazioni e realizzazioni urbanistiche. Durante la sua lunga attività ha avuto occasione di partecipare a commissioni locali nelle vesti di tecnico dell’edilizia e dell’urbanistica, e a commissioni nazionali nell’ambito del sistema sanitario e di quello internazionale del trasporto su gomma. In quest’ultimo dando il proprio contributo ad alcune iniziative quali il “Quadrante intermodale” veronese e il centro stradale fiorentino dell’Osmannoro, sulla cui realizzazione è intervenuto direttamente. Ha pubblicato con LEF e con Alinea Editrice, alcuni testi sul riuso edilizio con particolare attenzione agli aspetti igienici e al benessere ambientale. Recentemente ha pubblicato con l’Editore Pontecorboli un racconto intitolato Virgilio, un omaggio postumo a una vita vissuta in un continuo susseguirsi di sofferenze, timori e speranze. Sempre con l’editore Pontecorboli, ha pubblicato: Tempo, città, architettura, Le rivoluzioni in architettura, Urbanistica che passione e Città o aree metropolitane - Il caso Firenze, che descrivono il faticoso intrecciarsi nel tempo dei problemi dell’architettura e dell’urbanistica.